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Mediazione scolastica

Mediazione scolastica

mediazione scolastica como

“Il sistema-scuola è un contesto sociale entro il quale sempre più si vengono a confrontare sotto-sistemi spesso radicalmente divergenti: gli alunni, gli insegnanti, i genitori, il personale non docente e quello dirigente. Come in qualunque altro sistema complesso molteplici fattori, legati alle differenti aspettative, motivazioni ed interessi degli attori coinvolti, possono determinare situazioni di incomprensione, disaccordo e lite. Le possibilità di conflitto entro il contesto scolastico sono dunque numerose e coinvolgono tutti i protagonisti che a diversi livelli vivono in esso.” (Carl Rogers, Libertà nell’apprendimento, Giunti Barbera, Firenze, 1973.)

 

Tipologie di Mediazione Scolastica:

  • Peer mediation (mediazione tra pari): il ruolo di mediatore viene svolto dai ragazzi/bambini, dopo una specifica formazione. È un’occasione unica per sperimentare tecniche di comunicazione, abilità di problem solving, competenze relazionali in un “setting” di vita reale. I programmi di peer mediation agiscono sul clima scolastico, riducendo gli episodi di violenza, migliorando le relazioni interpersonali e di gruppo.
  • Lo sportello di mediazione: un mediatore esperto ascolta e gestisce i conflitti tra ragazzi, tra insegnanti, tra insegnante e studente o tra scuola e famiglia.
  • Programmi di formazione alle tecniche di gestione positiva dei conflitti: favorire un aumento diffuso del benessere individuale, raggiunto attraverso la sperimentazione di nuove modalità di riconoscimento e gestione del conflitto.

Obiettivi

“La qualità dell’esperienza scolastica è un fattore significativo nel definire i percorsi evolutivi verso l’adattamento od il disadattamento.” (Quinton e Rutter, 1988)

Gli interventi di prevenzione implicano il potenziamento di possibili fattori di protezione relativi alle competenze individuali. La mediazione permette cambiamenti suggerendo auto-cambiamenti in chi si lamenta per il problema.

I livelli di intervento possono essere mirati a:

  • diffondere la cultura della mediazione e sviluppare una positiva gestione del conflitto
  • intervenire sulle manifestazioni del conflitto
  • prevenire episodi di bullismo.

 

Contenuti

  • Definire la visione che hanno i ragazzi del conflitto, analizzarne i vissuti, le cause, le situazioni, in cui esso emerge con frequenza.
  • Rivalutare la valenza positiva, collegata alla tutela delle diversità individuali.
  • Soffermarsi a considerare i vari stili di reazione al conflitto e riconoscere il proprio.
  • Individuare i motivi che inducono le persone ad agire secondo una modalità piuttosto che un’altra.
  • Incoraggiare la riflessione e l’analisi delle modalità di gestione del conflitto.
  • Analizzare punti di vista come espressione della diversità.
  • Capire il ruolo del mediatore e la sua deontologia.

Metodologia

Viene applicato il modello pedagogico che individua nel formatore il ruolo di facilitatore dell’apprendimento.

Vi è l’utilizzo combinato di diverse modalità formative (il gioco, la narrazione, alcune tecniche artistiche, la spiegazione, i lavori di gruppo,..) volte a favorire un apprendimento attivo e significativo.

Nello specifico si propone il Progetto Scuola Pacifica con il patrocinio della Regione Lombardia per “Comprendere il conflitto”. Solo dopo una comprensione comune della natura del conflitto gli studenti potranno acquisire gli strumenti per una risoluzione dei conflitti efficace.

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